ATTIVITA'

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EDITOR: NECESSITA’ O ACCESSORIO
Davanti alla sua opera l’autore/artista si compiace della sua genialità, così come si pasce della soddisfazione di essere arrivato in fondo. Ma in fondo a cosa? All’espressione pratica, nero su bianco, della propria idea che chiaramente deve essere poi messa a confronto con la tecnica (Stile, ritmo, intreccio, climax, personaggi, ambientazione e via così).
L’autore/artista vede però solo il quadro generale e non i particolari, dimenticati subito dopo la stesura o solo di contorno all’idea.
Per dare Perfezione al tutto occorre l’editor ovvero una persona, padrona della tecnica, ma anche con gran fiuto dell’idea geniale che traspare dalle righe e che con piglio da psicologo riesce, con l’aiuto dell’analisi testuale, a rilevare pregi e difetti del testo.
Occorre? Sì, perché l’autore, ancora preso dallo spleen, non vede i particolari né sa andare oltre la sua scrittura.
No se ogni artista fosse in grado di mettersi in contatto con le sue parole come se fosse “un altro Io”.
Se si scrive per essere letti, la lettura fatta dall’autore, anche a distanza di tempo mai e poi mai riuscirebbe a guarirlo dalla miopia inevitabile che lo colpisce dopo l’atto creativo nei confronti del proprio operato. E come riuscirebbe poi l’orecchio dell’artista a essere simultaneamente interno ed esterno, ovvero ascoltare le parole scritte e farle combaciare con quelle che lui sente dentro?
Non è facile nemmeno per chi, dall’esterno, deve rintracciare il medesimo significato che l’autore ha voluto esprimere.
Se quindi ciò che sta in mezzo è la soluzione migliore, allora solo la collaborazione – stretta e sincera, oltre che onesta – tra artista e tecnico porterà il meglio di quell’opera alla luce e all’orecchio del pubblico, sia in virtù della loro vicinanza ed empatia, sia ponendo ognuno il proprio sentire al servizio dell’altro.
Non ci deve essere paura del tecnico se costui è veramente al servizio dell’opera e dell’artista, migliorandone i pregi e limitandone o eliminandone i difetti. D’altro canto non si può nemmeno esserne succubi poiché solo dal confronto di opinioni ed esperienze nasce la piena spinta al miglioramento.
Inoltre bisogna pure tener conto dei suggerimenti o dei dubbi espressi dal primo lettore, poiché anticiperà quelli del pubblico vero. 
L’utilità è indubbia quindi, sempre restando nel rispetto della personalità di entrambi, nonché delle regole del buon gusto  e un fondo di accettabilità da parte del pubblico, punto questo che sarà di certo oggetto di  discussione.

BUON GUSTO O RICHIESTA DEL PUBBLICO?

Proviamo per un attimo ad accostare due battute:
O che di grazia….                                       O che cavolo……

Certo che la prima appare troppo leziosa e sorpassata e la seconda è troppo gergale, al limite dello scurrile.
Qui però è proprio la differenza abissale tra le due, anche se potrebbero benissimo essere utilizzate per esprimere uno stesso concetto, che induce a chiedersi quale strada sia la migliore per non offendere troppo né i leziosi né l’avanguardia a caccia di uno stile forte.
Eppure questo è il punto cruciale per affrontare e progettare un lavoro di revisione (chiamato editing) su un qualsiasi testo. Infatti ci si può chiedere se la troppa formalità arrivi sempre ovunque o se il gergo non dia sempre fastidio agli occhi. Inoltre ci sono formule intermedie che non soddisfano alcuno.
Quindi che fare o che scegliere tra il retrò formale e l’avanguardia urticante? Dichiarare la diversità genio, stile o errore?
Sarete tutti d’accordo che gli eccessi spesso stonano e che pro e contro sono pressoché onnipresenti.
Io propongo il “grano salis” ovvero quel mix un po? Incerto che, pur dando prova di avere coraggio nella sperimentazione, dà anche buona prova di conoscere le regole del gioco che naturalmente non sono solo quelle  stilistiche (lessico, grammatica etc), ma includono anche quelle di genere che diventa polo di attrazione per un pubblico stanco di leggere sempre gli stessi copioni.
Sta poi chiaramente nella sensibilità e nell’accordo tra autore-editor-editore trovare il punto d’incontro tra tendenza, peculiarità di stile e regole. Il gioco qui deve essere condotto nella piena consapevolezza che la novità o anche solo il distacco dalle regole o dalle norme potrà in seguito anche venir sviluppata come peculiarità.
Bisogna quindi procedere come con le varianti di una qualche ricetta tradizionale, da far assaggiare sia ai gourmands che ai normali avventori  di una qualsivoglia osteria di campagna. Solo la bontà della scelta potrà far aggiungere una stella al prodotto finale.
Del resto poi non tutte le ciambelle riescono sempre con il buco e togliere la parte centrale non è sempre la soluzione che salva la vita. Ma questo sarà di certo altro argomento.
AIUTO TUTOR
  
Chi mai non si è trovato almeno una volta di fronte un suo testo e non sapere come andare avanti. Quante imprecazioni avrà dovuto gridare prima di buttare tutto nel cestino? Non le si contano di certo, ma sta di fatto che  se avesse avuto un po’ di pazienza o fosse uscito per una passeggiata o per una chiacchierata con gli amici, avrebbe scaricato la tensione e magari avrebbe trovato il finale  travolgente da best seller.
Ecco, proprio così immagino la situazione ideale per il TUTORING o sostegno alla scrittura: un semplice accompagnare l’autore nel suo percorso creativo, condividendone anche le frustrazioni,ma cercandone la migliore soluzione o semplicemente essere un primo lettore che, autorevolmente, dà consigli e valutazioni.
Proprio da lettore, l’Editor non vuole assolutamente né deviare né rubare idee e trame, ma solo mettere in rilievo le incongruenze, le cose che portano fuori strada, ma anche quelle che rendono più appassionante la storia. Così facendo, ci si ritrova già ad un bel passo in avanti, con un sacco di lavoro di revisione già completato. In effetti questo non altro è che l’anticipazione dell’editing e viene portato avanti passo passo assieme all’autore che può trovare nel suo interlocutore lo specchio delle sue invenzioni o il rovescio della medaglia che sta coniando. Assieme poi si dipanano molte matasse, si dilaniano i dubbi prima che siano essi a dilaniare l’autore e si trova più facilmente il filo del discorso poiché c’è qualcuno che ne tiene ben saldo un capo.
Non si tratta di scrittura a quattro mani, nè di intromissione, ma se il progetto ha ancora contorni non ben definiti e chiari, il tutoring può aiutare a venire fuori a testa alta e senza grandi tormenti da situazioni melmose o contorte.
Se poi il tutor è un professionista che conosce le regole o riesce a riconoscere i punti da valorizzare e quelli da eliminare, il gioco riesce facile e più veloce con risultati più che soddisfacenti. Chiaramente è necessaria tra i due la massima sincerità e disponibilità all’ascolto e apertura alla discussione.
Se poi esiste un plico ben nascosto in qualche baule, un vecchio quaderno scarabocchiato di quando eravate ragazzi,  o se avete un sogno, un’idea che non sapete come realizzare, il tutoring è il servizio che fa per voi.
Allora, cosa aspettate?

EDITING: PRIMA E DOPO
Dunque prendiamo un testo a caso, purchè non rivisto. Lo leggiamo e già soppesiamo il senso, il messaggio.
È chiaro? Raggiunge il lettore in forma scorrevole? Annoia con pesanti dissertazioni o l’attenzione non  molla fino all’ultima riga? Le conclusioni sono consone e conseguenti a quello che viene sviluppato?
Queste sono solo le prime questioni alle quali  bisogna dare una risposta, anche solo basata sulle prime impressioni dopo una rapida lettura.
Verificato i punti di cui sopra e tratte le dovute conseguenze già si ha un piano di lavoro: agire sulla forma o sul contenuto; sullo sviluppo o intreccio della trama, sui personaggi, sulle ambientazioni… Chiaramente bisogna anche tenere conto che il tutto deve avere un andatura verosimile ovvero come se fosse realtà (eccetto casi particolari) ed essere congruente con se stessa.
Passata questa fase si passa a considerare un altro livello, quello della forma rispetto al contenuto, ossia lo stile, anche se in alcuni casi si potrebbe andare fino al genere. Qui bisogna capire quale sia effettivamente l’intento narrativo, prendendo bene in considerazione le capacità espresse dall’autore.
Quindi ci si può dedicare alla cura della forma stessa, prontuario grammaticale alla mano e linee editoriali bene in vista.
Non ci resta poi che dare un’ultima occhiata ai refusi e…. buona lettura.
Sicuramente il testo non sarà più quello di prima, ma la soddisfazione di aver messo in evidenza ciò che realmente merita e averne diminuito i difetti è sempre una bella soddisfazione.
Non è chiaramente una ricetta standard poiché ogni caso è diverso come sono diversi gli autori, i lettori, gli editor, le case editrici, i critici. Riuscire a soddisfare però almeno una persona per categoria è spesso l’inizio di una bella carriera.


BEL CONTRATTO

Dopo la fase della ricerca di un editore disposto a pubblicare, una lunga attesa spesso colma di angosce, fioccano le proposte. Che fare? Come scegliere?
Chiaramente i parametri li si determina prima, di norma a editing terminato, in modo da poter avere una rosa di nominativi che soddisfi non solo l'autore, ma anche la linea editoriale e quindi possa inserirsi in un contesto di pubblico che già conosce quella qualità.
Il contratto va letto in ogni sua parte e bisogna saper valutare non solo quanto scritto, ma anche le conseguenze, non sempre illustrate, che esordienti alla prima esperienza potrebbero non conoscere.
Il contratto dovrebbe seguire in effetti una fase di valutazione specifica per quell'opera, non solo dei contenuti, ma anche nelle potenzialità che, di difficile determinazione nel caso di un esordiente assoluto, per tranquillità di tipo commerciale si basa su dati standard della singola Casa Editrice.
La mia Agenzia aiuta il cliente a leggere e capire i contratti editoriali e si pone come intermediario con le case editrici per evitare incomprensioni e fugare dubbi su clausole compromissorie troppo impegnative al fine di arrivare a una firma consapevole dei rischi da ambo le parti.
Anche a contratto concluso la mia Agenzia si impegna a cercare di dirimere eventuali controversie, impegnandosi a far rispettare le regole e le clausole pattuite.
Anche in questa fase siamo al servizio dello Scrittore aiutandolo a conoscere i retroscena di un settore che spesso mostra solo una delle sue molteplici facce.
Di fronte a un eventuale conflitto giuridico tra le parti vorremmo mantenere posizione di terzietà, sostenendo la nostra parte di primi mediatori, schierandoci solo nel caso di chiaro danno morale o non rispetto di clausole o leggi in vigore, violate da qualsiasi delle due parti.
Grande soddisfazione per tutti invece se la pubblicazione e la sua promozione avvengono con successo in un clima di rispetto e di serena collaborazione tra tutte le parti.
Naturalmente anche le modifiche pretese o richieste dall'editore potranno venir discusse o realizzate con il mio aiuto.

E ADESSO PRO-MUOVI... ma vai alla pagina dedicata                     (spazio terminato)

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